Suonar mani e piedi: la rinascita di uno strumento – Roberto Prosseda piano-pèdalier. Venerdì 1 marzo, ore 21 – Goldonetta

27 febbraio 2013 02:28 Commenti disabilitati

Roberto Prosseda

Livorno – Chiamato anche ‘Pedalflügel’ in Germania o ‘Pedalpiano’ nei paesi anglofoni, il piano-pédalier è un pianoforte a cui è abbinata una pedaliera di tipo organistico, collegata ad una seconda cordiera. Per il clavicordo e per il clavicembalo con pedaliera anche J. S. Bach ha composto diversi brani, come le sei ‘Sonate in trio’ BWV 525-530 “für zwei Claviere und Pedal”. È noto che Mozart possedeva un piano-pédalier di Anton Walter, su cui ha anche improvvisato in pubblico, eseguendo in prima assoluta il Concerto K 466. Schumann, convinto che il piano-pédalier sarebbe stata la naturale evoluzione del pianoforte, scrisse per questo strumento alcune ispiratissime musiche, come i ‘Sechs kanonische Etüden für den Pedalflügel’ op. 56 e i ‘Vier Skizzen für den Pedalflügel’ op. 58. Qui la linea affidata alla pedaliera dona una luce particolare alle armonie, e sembra quasi impersonare ‘Maestro Raro’, l’alter ego di Schumann che è espressione di poetica saggezza e sublime equilibrio. Perché Schumann amava così tanto il piano-pédalier? Credo che proprio la presenza di una voce diversa, in grado di sostenere le armonie, ma anche, grazie al suo timbro diverso, di dialogare dialetticamente con la tastiera del pianoforte, abbia stimolato la sua creatività. Dunque l’idea di far suonare il pianoforte con due voci diverse e coesistenti deve averlo certamente entusiasmato, a tal punto da convincere Mendelssohn ad istituire una cattedra di piano-pédalier al Conservatorio di Lipsia.

Nella seconda metà dell’Ottocento, il piano-pédalier guadagnò una certa popolarità in Francia, grazie all’interesse di due grandi costruttori di pianoforti Erard e Pleyel. Charles Valentin Alkan ha composto più di tre ore di musica per piano-pédalier, e Charles Gounod, ammirato dalle virtù dell’amica “pedalpianista” Lucie Palicot, compose ben quattro brani per piano-pédalier e orchestra: ‘Fantaisie sur l’Hymne Russe’ (1885), ‘Suite Concertante’ (1886), ‘Danse Romaine’ (1888) e, da ultimo, il ‘Concerto in mi bemolle maggiore’ (1889), chiaramente scritto per valorizzare le potenzialità gestuali e timbriche della pedaliera. Proprio l’interesse di questo inedito mi ha spinto ad apprendere la tecnica della pedaliera. Mi sono così reso conto che ancora oggi non esiste una tradizione esecutiva del piano-pédalier: non ci sono metodi, né trattati. E la tecnica della pedaliera organistica non può essere applicata alla pedaliera pianistica, essendo quest’ultima collegata ad una cordiera e ad una meccanica a martelli e richiedendo, quindi, una particolare sensibilità del tocco. Ho appurato, dunque, che era necessario adattare la tecnica del trasferimento del peso, utilizzata da quasi tutti i pianisti concertisti, anche alla pedaliera: solo così è possibile ottenere una sonorità ricca, un legato apprezzabile e un migliore controllo della dinamica.

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Pinchi Pedalpiano System
Inaugurato a Pordenone nel concerto del 27 aprile con i Berliner Symphoniker, il Pinchi Pedalpiano System è stato progettato da Claudio Pinchi e costruito nell’aprile 2012 su commissione di Roberto Prosseda.
Si tratta di una pedaliera adattabile a qualsiasi pianoforte a coda o a mezza coda, che consente di ottenere un piano-pédalier utilizzando due pianoforti a coda sovrapposti. Ciò potrà, auspicabilmente, consentire la diffusione internazionale del piano-pédalier, finora ostacolata proprio dai problemi logistici di costruzione e trasporto dello strumento tradizionale (se ne lamentava già il padre di Mozart, a proposito della difficoltà di trasporto del piano-pédalier di Anton Walter).

Oltre a questi vantaggi pratici, la pedaliera Pinchi presenta alcune funzioni nuove che mirano a espandere il piano-pédalier, a farne uno strumento ancor più versatile e stimolante per chi lo suona, per chi lo ascolta e anche per i compositori che intendano scrivere nuova musica per piano-pédalier.
Tra le principali innovazioni del Pinchi Pedalpiano System, si segnalano le seguenti:
- Possibilità di funzionare con qualsiasi pianoforte a coda (anche mezza coda o un quarto di coda). Il meccanismo infatti agisce direttamente sulla tastiera esterna del pianoforte, come fanno le dita di un pianista.

La possibilità di agire con pianoforti diversi amplifica la gamma timbrica, ad esempio se il pianoforte inferiore ha un suono ben diverso dall’altro. E’ anche possibile usare pianoforti storici (Erard, Pleyel) se la larghezza dei tasti non cambia.
Tre registri indipendenti di 16 piedi, 8 piedi, 4 piedi e estensione di 5 ottave. I tre registri sono azionati da tre rispettivi pedali di ottone, posti a sinistra dei tre pedali del pianoforte superiore. In base al registro usato, cambia l’estensione della pedaliera, consentendo di raggiungere un’estensione di ben 5 ottave. La possibilità di cumulare i registri consente di raddoppiare (o anche triplicare) all’ottava e alla quindicesima ogni nota singola suonata con la pedaliera, con effetti timbrici inusitati e sfruttabili dai compositori contemporanei. Del resto il raddoppio all’ottava bassa o alta è già prescritto nelle partiture per piano-pédalier di Alkan.

Pedale di risonanza a tre posizioni. La pedaliera ha un pedale di ottone che controlla gli smorzatori dei due pianoforti sia sincronicamente che separatamente. Il passaggio da una posizione all’altra è immediato e più essere effettuato durante un’esecuzione, così da gestire al meglio le risonanze di entrambi i pianoforti.

Roberto Prosseda (Latina, 1975) ha guadagnato una notorietà internazionale in seguito alle sue incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con il Concerto in mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus Orchester. Entro il 2013 avrà completato, sempre per Decca, la prima integrale completa della musica pianistica di Mendelssohn. Il suo ultimo CD “Piano con Fuoco” ha ricevuto la nomination ICMA Awards 2013 come miglior CD pianistico dell’anno.
Ha suonato come solista con la London Philharmonic, la Gewandhaus Orchester, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Santa Cecilia di Roma, la New Japan Philharmonic, la Royal Liverpool Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic, e ha tenuto concerti alla Wigmore Hall di Londra, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al Teatro alla Scala di Milano.

Dodici sue incisioni sono state incluse nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche Grammophon (2010). Attivo nella promozione della musica italiana del Novecento e contemporanea, ha inciso l’integrale pianistica di Petrassi, Dallapiccola e Aldo Clementi.

Dal 2011 suona in pubblico anche il piano-pédalier, avendo riscoperto e presentato in prima esecuzione moderna il Concerto di Charles Gounod per piano-pédalier e orchestra con la Filarmonica Toscanini di Parma, rieseguendolo poi con i Berliner Symphoniker, la Staatskapelle di Weimar, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, la Lahti Philharmonic, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana. Ha inciso i quattro brani di Gounod per piano-pédalier e orchestra in un CD Hyperion con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana diretta da Howard Shelley.

Si occupa anche di ricerca e divulgazione musicale. È co-autore di tre documentari, dedicati a Mendelssohn, Chopin e Liszt, con la regia di Angelo Bozzolini, prodotti da RAI Educational e distribuiti da Euroarts. Ha curato numerosi cicli radiofonici per Radio Vaticana e Radiotre (tra cui quello su Aldo Clementi) ed è autore del volume “Guida all’ascolto della musica pianistica” (Curci, 2012).

È presidente dell’Associazione Mendelssohn Italia, consulente artistico del Festival Pontino e co-fondatore e direttore artistico dell’Associazione di volontariato “Donatori di Musica”. www.robertoprosseda.com

Appuntamento: Venerdì 1 marzo, ore 21 – Goldonetta

J.S. Bach: Passacaglia in do minore BWV 582
W.A. Mozart: Fantasia K608 in fa minore
N. Borenstein: Fireworks (2011), Prima assoluta
R.A. Schumann: Skizzen per Pedalflügel op. 58 n. 1, 4, 3
C. Gounod/Lupis: Marcia funebre per un marionetta
C.V. Alkan: Preludi op. 66 n. 3 e 4

 

 

 

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