La mediocrità crea assuefazione


Se immagini che il blog sia il mezzo ideale per far sentire la tua voce, bene, ci può stare. Anzi si tratta anche di quello.

Non devi però dimenticare che il consenso che riesci a raccogliere attorno al blog non è solo merito tuo. Ma nasce anche dai tuoi lettori: a ben pensare sono loro che decretano il tuo valore.

Come ripeto spesso, non sono importanti i grandi numeri. Grazie al cielo, una delle qualità della Rete è che puoi agire con maggiore tranquillità. Certo, se sei un colosso, hai dei doveri. Ti puoi permettere le migliori risorse per partire col piede giusto, e se non lo fai (non ti rivolgi ai professionisti; parti col piede sbagliato), preparati a mietere delusioni.

Se non sei affatto un colosso, puoi partire invece dai piccoli numeri, e perché no, restarci. Non è un ripiego, o una sconfitta. Si tratta forse di una precisa scelta che si fa per uno scopo preciso:

non perdere la bussola.

Ci sono milioni di blog, e il tempo è quello che è. Il consiglio che si dovrebbe dare è sempre lo stesso: non temere di puntare in alto, molto in alto. Anche se andrà male, avrai la soddisfazione di avere osato. Dai un’occhiata a quello che si legge in giro: le solite cose. I contenuti non contengono nessuna voce, solo l’eco di comunicati stampa e pensieri già biascicati un milione di volte. È il rischio della Rete: fornire a tutti i mezzi per indossare la medesima testa.

Molti immaginano che se tu “osi”, lo fai perché te la vuoi tirare. Ti credi chissà chi.

Ho una notizia al riguardo.

La mediocrità crea assuefazione, alla fine non ne puoi proprio fare a meno. Liberarsene può essere doloroso, perché tra le tante controindicazioni, produce, in chi invece decide di restarci (attenzione: decide), un certo livore per colui che al contrario saluta e se ne va.

Occorre perciò volontà (per compiere il salto), e determinazione per proseguire nel nuovo cammino.

Non credo nelle ricompense, nei successi evidenti e proclamati. Quello che intendo dire, è che non ho mai sperato in una “rivoluzione” messa in moto dalla Rete. O meglio: rivoluzione sì, se il singolo sceglie di cambiare. In questo caso, è possibile che un mezzo come la Rete aiuti. Certo, pure un blog.

Ma devi imparare a scegliere. Quello che bisognerebbe insegnare, oltre a tutto il resto (l’importanza dei motori di ricerca; come comunicare, e via discorrendo), è il valore del tempo. Ci sono in giro infatti un mucchio di persone che lo perdono in discussioni grottesche. In realtà, la Rete ha qualcosa di feroce, perché spesso svela quello che siamo sul serio. Se seguiamo la corrente, oppure usiamo la nostra testa.

Scegli: o la tua testa, o quello di un altro.

 

4 commenti

  1. La mediocrità della Rete è la stessa del mondo. Questa è una battuta di un dialogo che ho scritto da poco:
    “Internet non è il male. Come non è il bene. È fatta dagli uomini: non
    può essere né migliore, né peggiore. Solo come loro. Solo come noi.”
    Il coraggio di uscire dal coro, se uno non ce l’ha, non se lo può dare. 😉

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  2. Ne parlavo giusto ieri con un amico. La rete, come infrastruttura, permette agli uomini di manifestare ciò che più desiderano. Da questo derivano splendidi forum, dove si discute con competenza; bei blog, bei siti. Da questo deriva anche quella sorta di alluvionale chiacchiera da bar che è l’opzione “commenta anche tu” sulle pagine delle notizie di politica e di scienza.

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    • E naturalmente, i siti che meritano sono pochi. Ognuno può fare quello che desidera, e anzi, un sacco di gente apprezza “in silenzio”. Ma a me pare che spesso alle persone manchi la curiosità, il desiderio di cambiare. Perché scelgono di non cambiare.

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