Chiamata così perché annessa all’omonimo convento dei padri amadeiti che vi assistevano gli appestati. Era chiamata anche porta Romana, in quanto fino all’Ottocento, si trattava della strada principale per raggiungere la Flaminia e Roma. L’attuale porta è il frutto di un rifacimento cinquecentesco, voluto dal cardinal Alessandro Riario nel 1582 (da qui anche il nome di porta Alessandrina), della porta medievale. Ricostruita sotto il pontificato di Gregorio XIII (un’iscrizione ricorda l’evento), ospitava, nelle due nicchie laterali, le statue dei santi Pietro e Paolo, trasferite all’Università nell’Ottocento. La loggia ad arcate al culmine della porta era pertinente al convento.